Oans, zwoa, g’suffa!

Ai bei brutti tempi che furono avevo un amico che non se ne perdeva uno. Pareva tagliato per l’Oktoberfest: barba rossastra, epa esorbitante sotto camicie scozzesi e bretellone. Era ligure, comunque. Raccontava con piacere della volta che venne ritrovato soltanto la mattina dopo, in un’aiuola, a dormire il sonno dei beoni.

A chi voglia andare a Monaco a bere birra a sciacquabudella (e a farsi venire quella in tedesco non a caso si chiama Bierbauch, pancia da birra), potrebbe essere utile un fantastico glossario dell’Oktoberfest approntato dalla Löwenbrau (sito serio, prima di entrare dovete indicare che siete maggiorenni).


Grias God (Grüß Gott)

Il saluto nazionale bavarese. La traduzione grossolana sarebbe “Dio ti saluta” e si adatta a qualsiasi livello sociale. Evitate di salutare con “Guten Tag” (Buongiorno), se non volete essere scambiati per dei nordisti!

A Bier, bittschen (Ein Bier, bitte)
“Una birra, prego”: si tratta di una frase fondamentale, non partite prima di averla imparata.

Ovviamente, la misura minima sarebbe un litro:

No a Mass (Noch eine Mass)
“Ancora un litro, grazie,” di birra naturalmente. Una comoda frase bavarese che sembra poter essere ripetuta all’infinito all’Oktoberfest.

Brezn
Il pretzel è un tipo di pane di invenzione bavarese, famoso quanto la birra. I giganteschi pretzel dell’Oktoberfest sono perfetti per preparare il palato ad un altro “Mass”

Hendl
Un pollo, preferibilmente arrostito su uno spiedo. Durante l’Oktoberfest, se ne consumano migliaia al giorno.

Weißwurscht (Weißwurst)
Letteralmente “salsiccia bianca,” una squisitezza bavarese, servita con senape dolce, specialmente a colazione. Spellare questi piccoli salsicciotti è una vera arte, che richiede molto esercizio.

E poi si brindi:

Oans, zwoa, g’suffa! (Eins, zwei, gesoffen!)
“Uno, due, bere!” Un accattivante brindisi tedesco, spesso fin troppo frequente all’Oktoberfest.

Laddove gesoffen viene da saufen che indica il bere degli animali e di chi beve come un animale – che noi, casualmente, definiremmo trincare.

6 pensieri su “Oans, zwoa, g’suffa!

  1. Ah ah, Sauerstoffzelt! E quella del berlinese che si beve l’Isar, ehehe. Alcune mi sono opache, altre sono troppo lunghe, mi piacciono le barzellette fulminanti 🙂

  2. Vero, jute Frau, vero (Des a no mi è oscuro, ad esempio). A me piace pure quella del tizio che chiede dov’è la stazione in più lingue senza avere risposta e quella del giapponese che vuole il Keks.

  3. Quella la capisco a livello fonetico, ma non nella sua profonda essenza. In effetti qui si vede come kakaniko e baiuvaro sono la stessa polpa linguistica: Des = das, a = auch, no = noch.
    Evidentemente c’è un gioco di parola con desano? Mamma mia, tu e io come carabinieri a cercare di spiegarci i Witze 😀 E nessuna delle due è Blondine!

  4. Il qui presente carabiniere, grazie alla spiegazione del carabiniere esperto in kakanismi, ritiene di poter dire che – forse – la traduzione proposta spiega già tutto: siccome passano generalmente per snob, il Witz lì – forse – era che riescono a lamentarsi persino per due gocce di pioggia nel contesto di una serata mondana dedicata al teatro. Mah.

  5. E se fosse tutto il contrario? Io non so molto della Monaco autentica, ma non me li facevo così amanti dell’Oper – se intendesse, dopo ‘sta palla dell’Oper pure la pioggia?
    … ???

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